Tra le infinite funzioni sociali della stampa locale, una su tutte spicca leggendo la cronaca nera: mettere alla gogna i furfanti.
Spacciatori di hashish, famiglie di zingari, senzatetto e ladri di polli offrono quotidianamente materia prima da lanciare in prima pagina e gettare in pasto ai lettori, scatenandone l'ira e il vituperio. Ma come capire se un furfante è veramente un furfante da sbattere in galera e gettare via la chiave, o un insigne cittadino vittima della mala giustizia? Una breve guida per i cittadini indignati!
1. Senzatetto e occupanti abusivi
Li cacciano in continuazione da edifici in disfacimento, ogni volta denunciandoli per occupazione abusiva di edifici. La gente si chiede: ma perchè continuano a stare in giro? Bisognerebbe fare qualcosa, ma: una casa a spese nostre, no; in galera a spese nostre, neanche; rimandarli al loro paese non si può. E allora che si fa?
E intanto i nostri amici squatter continuano a perpetrare il loro sanguinario crimine: vivere dentro tuguri abbandonati. Tutto a beneficio delle prime pagine dei giornali, che da settimane li sputtanano in ogni modo. Essendo poveri, non possono querelarti. Dunque sono sicuramente colpevoli. (foto tratta dalla pagina Facebook della Voce)
2. Il politico della Prima Repubblica
Una recente sentenza della Cassazione ne ha confermato la condanna per il crack Eurobic. Secondo l'accusa, l'allora presidente G. M. (mettiamo le iniziali per tutelarne la privacy) si sarebbe appropriato di quasi tre miliardi di lire, facendo fallire la società. Inoltre, sempre a parere dell'accusa, avrebbe falsificato i libri contabili e i bilanci.
Tranquilli, comunque: G.M. è da anni a piede libero e fa politica (era candidato a sostegno di Antonello Contiero presidente della Provincia, ricordate?). Nessun quotidiano locale ha dedicato alla sua condanna lo spazio e lo sdegno dedicato a profughi e senzatetto. Segno inequivocabile che è innocente. E ci mancherebbe anche! (foto tratta da La Repubblica Veneta)
3. Il torturatore con gli elettrodi
Torturava civili somali durante una missione militare italiana (ma lui dice che era tutto uno scherzo). Un altro caso di accanimento giudiziario? Anche qui usiamo le iniziali per tutelare la privacy.
Negli anni Novanta V. E. si scattava le foto con i commilitoni mentre torturava un somalo con gli elettrodi. Oggi vive libero come un fringuello a Rovigo. Un inviato de "Le Iene" lo ha beccato in Commenda.
Siamo ancora in attesa di eroici reportage giornalistici con le reazioni indignate dei residenti impauriti dal fatto di avere un torturatore come vicino di casa ("Questo non è più un quartiere sicuro"). (foto tratta da Rovigooggi.it)
4. Indipendentisti veneti assortiti
Se avessero beccato un gruppo di musulmani che parlavano al telefono di organizzare manifestazioni violente e attentati per sovvertire l'ordine pubblico e se li avessero sgamati a costruirsi un carrarmato artigianale, i leader della Lega Nord avrebbero gridato alla forca.
Invece al posto dei musulmani, hanno beccato un gruppo di indipendetisti veneti. E li hanno pure messi in galera. Per la Lega Nord, una sentenza politica. E anche sulla stampa nostrana c'è chi minimizza e ci scherza: via, era tutto un pour parler. Del resto, sono di sicuro innocenti. Perchè? Perchè non sono musulmani.
Commenti
Posta un commento