La lettera sulle mazzette per l'appalto della discarica è una patacca! Numerose prove scagionano definitivamente gli accusati!
Clamoroso scoop de La Ghenga: la discussa lettera dell'anonimo imprenditore sulle richieste di bustarelle per un appalto è falsa. Lo ha scoperto un nostro informatore, analizzando numerosi indizi.
Nella foto, il nostro informatore (in incognito per tutelarne la privacy) |
Forse per un errore delle poste, infatti, il misteriosissimo documento è ormai in possesso di chiunque: ne parlano da settimane gli anziani al bar dell'Auser, mia zia Alberta giura di averla trovata perfino tra i giornali della parrucchiera e si racconta che una seconda elementare se l'è trovata come traccia di un tema in classe. Nonostante i contenuti siano di pubblico dominio, tuttavia, i giornali hanno scelto di non pubblicare la lettera perchè zeppa di parolacce, tipo "palle" e "culo", che potrebbero turbare gli animi degli infanti.
La Ghenga, comunque, ne è venuta in possesso per tramite di un nostro informatore, infiltrato da anni nelle stanze del Comune. E grande è stato lo sconcerto allorchè, analizzandola accuratamente, ci siamo resi conto che si tratta di un clamoroso falso!
Il dovere di cronaca ci impone di informarvi, invitando i giornali a pubblicare finalmente il testo della missiva, per fugare ogni dubbio. Ecco gli indizi della sicura frode:
1. La lettera è scritta in settenari. Un nostro consulente sostiene che si tratta di un'opera apocrifa di Ugo Foscolo, scritta pochi mesi prima dell'ode a Luigia Pallavicini;
2. Descrivendo uno degli incontri tra l'imprenditore e i suoi importanti interlocutori, si dimentica di precisare che quel giorno c'era una nebbia talmente fitta che fu necessario sospendere un torneo di bocce al dopolavoro ferroviario, perchè alcuni anziani avevano colpito per errore un Frecciarossa in transito. L'episodio aveva destato comprensibile scalpore;
3. Uno dei protagonisti citati afferma di essere arrivato in ritardo all'appuntamento in quanto sarebbe "rimasto incastrato per cinque ore dentro ad un costume da Gabibbo". Ci sembra un aneddoto alquanto improbabile;
4. A un certo punto della narrazione si afferma che compare in scena una "minchia parlante di nome Fred";
5. Tutte le frasi attribuite a uno dei soggetti citati si sono rivelate in realtà citazioni di testi di Charles Aznavour;
6. L'imprenditore afferma di aver registrato i colloqui utilizzando un fonografo, poichè gli si era scaricata la batteria del cellulare, e di aver inciso successivamente le registrazioni su dischi di vinile;
7. Uno dei protagonisti delle vicende citate afferma con sicumera che Pippo Baudo da giovane, per mantenersi gli studi, lavorò come drag queen. Questo aneddoto è stato smentito dall'interessato;
8. Alcune lettere prese da ciascun capoverso secondo un preciso calcolo algebrico, se messe in fila a ritroso e anagrammate, producono un'invocazione all'antico dio Turgrurzz;
9. Uno dei loschi individui citati non era ancora nato al momento dei fatti citati e alcuni episodi sono chiaramente ambientati a Panama durante l'invasione americana, come si evince da numerosi dettagli narrativi;
10. E' alquanto improbabile che persone chiamate ad amministrare la cosa pubblica e sostenute da un ampio consenso elettorale si rivelino una banda di volgari arraffoni, che chiedono mazzette per favorire appalti su servizi di pubblica utilità. Significherebbe che la gente ha votato in massa una manica di mariuoli e quindi o è cogliona o, peggio ancora, l'ha fatto consapevolmente, in ogni caso autoinculandosi. Sarebbe una seria messa in discussione del meccanismo democratico del voto. Essendo tutto ciò inconcepibile, di conseguenza gli accusati sono - ça va sans dire - innocenti e possono tranquillamente uscire allo scoperto e farsi due risate di tutta questa storia.
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