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Vibrate proteste da parte degli autori esclusi dall'iniziativa etrusca d'Oriente "Adria legge in cento minuti" (prima protesta)


Stamane, mentre portavo a compimento l’ultimo capitolo della mia opera titanica “ INFLUENZE DEL TEATRO KABUKI SULLA PRODUZIONE CULTURALE VENETA DEL DICIANNOVESIMO SECOLO” (opera finemente rilegata in cartongesso ed impreziosita da una serie di stampe a tiratura limitata realizzate dal maestro nippo-italiano GENNARO WATANABE ritraenti volti di persone che dormono a teatro) sono stato raggiunto, con mio sommo fastidio, dal solito nano in bikini il quale mi consegnava un papiro vergato a mano dall’amico artista GION BOMBONATO. Motivo del messaggio erano le sue lagnanze per non essere stato invitato alla lodevole iniziativa etrusca d’Oriente ADRIA LEGGE IN CENTO MINUTI. Seppur sfibrato dai notevoli impegni intellettuali nonché da una corposa bevuta, ho ritenuto doveroso postare di seguito il suo sentito quanto sincero messaggio intriso di delusione, avvilimento e prostrazione.

“Stimato Erre, amico sincero, fulgido esempio di rancoroso giocatore di scacchi fallito, faro nelle buie notti di noi artisti inconcludenti e senza futuro, chi ti scrive oggi, con la morte nel cuore , è il tuo fido amico GION BOMBONATO. Io sono qui che ti scrivo come un uomo che procede danzando tra la vita e la morte, come potessi svegliarmi come un sonnambulo tra due abissi e lasciarmi cadere. Seppur, come tu ben sai, io abbia sempre avvertito la mia anima come un paesaggio oscuro , lontano dagli uomini, ricco d’oro e di cose rare e cinto tutto attorno da un’impenetrabile foresta, non ti posso nascondere la mia profonda delusione dal non essere stato invitato a declamare nessuna delle mie opere alla manifestazione ADRIA LEGGE IN CENTO MINUTI. Pur apprezzando i nobili intenti degli stimati organizzatori non posso che sollevare il mio urlo di dolore innanzi a cotale mancanza. Io GION BOMBONATO, fine dicitore, austero poeta, drammaturgo di fama intercomunale, saggista riconosciuto, narratore certosino, si io, dimenticato ed escluso! Eppure le mie opere sono gelosamente custodite in svariate biblioteche di paesi immaginari, le mie poesie decantate selvaggiamente in molteplici piazzali di ipermercati dopo l’orario di chiusura e le mie commedie rappresentate negli ariosi giardini di varie cliniche per disajati mentali. Non certo per vanità ma per justa conoscenza ai più credo sia doveroso, di seguito, citare i numerosi premi a me attribuiti nel tempòo da jurie degne di tutto rispetto.

1998: PREMIO GIUBERTONI come “autore famoso per non essere famoso”.

1999: PREMIO BUONO SPESA DA 50.000 MILLELIRE come “miglior autore finto giovane”

2000: PREMIO ABBRACCIO DA PARTE DI MIA MADRE come “miglior augurio di Buon anno al cenone familiare”

2001: TARGA IN PELTRO PREMIO RENATO RENATI come “stornellatore stonato ma volenteroso”

2002: PREMIO CAPPELLO IN PAGLIA “CONCIMI RAGGIO DI SOLE” come “miglior poesia sconcia dialettale”

2003: PREMIO ABBONAMENTO TRE GIRI SU GIOSTRA DISCHI VOLANTI come “miglior declamatore canzoni di UMBERTO TOZZI alle giostre”

2009: PREMIO SCALAMBRA per l’opera teatrale IN DIALETTO VENETO: “A NE GHE’ PIU’ VIN IN TOLA!”

e non voglio segnalare qui, per modestia, le varie mance raccolte fuori dalle Chiese durante il periodo natalizio dove recitavo poesiole inventate al momento.
Orgogliosamente ora mi ritiro nel mio eremo ad affogar la mia delusione tra vini e droghe sintetiche, fuggendo dai palchi ove, indossando vesti malandate, consunte gualdrappe guarnite di lustrini, sconosciuti autori d’altri lidi s’agitano in una parodia dell’arte. ADIEUX, VA DO A VIVERE AD AGNA!

Caro GION, ti sono vicino, talmente vicino da sentire il tuo caldo alito speziato, nell’augurarti buon viaggio ti prego di non tornare mai più. Haloa.

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