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Che bontà il melone al berillio

Una multinazionale che produce prodotti per l'infanzia ha rifiutato di comprare derrate alimentari provenienti da Porto Tolle. Motivo? Antipatia per i portotollesi e la loro calata dialettale? Scarso interesse per le meraviglie del Delta? Ebbene no. La presenza della centrale di Polesine Camerini.
Diamine, che schizzinose queste multinazionali, viene da dire! Fabbricano hamburger con la carne di topo e poi si turano il naso perchè sulle campagne del Delta svetta una vecchia centrale a olio combustibile prossima ad essere convertita in un modernissimo impianto a carbone, anzi a carbone pulito.
Eppure questo increscioso episodio è stato denunciato da Confagricoltura, per voce della vicepresidente Deborah Piovan, al tavolo verde per l'agricoltura del Comune di Porto Tolle. Una notizia che ha gettato lo scompiglio nella riunione, con i coltivatori diretti colti alla sorpresa dalla drammatica notizia. A cercare di sdrammatizzare la notizia, l'assessore Ivano Gibin: "E' un problema legato all'immagine, più che ai fatti. Arrivare al punto che una multinazionale faccia certe pressioni è veramente grave!", ha dichiarato.
Giusto, come si permettono queste multinazionali di merda di non volere i nostri prodotti! Che arroganza! Di questo passo, pretenderanno, che so, che noi modifichiamo la legge regionale sul Parco del Delta del Po per consentirgli di non rispettare le regole!
Ma niente panico, non c'è nessun pericolo reale. "E' solo una mancanza di informazione", ripete pure il presidente del Consiglio comunale portotollese, Claudio Banin. Insomma, tutto avviene perchè le maledette multinazionali si informano con i bollettini di Greenpeace, anzichè sfogliare i giornali locali, che da anni ci spiegano con cura come la centrale di Porto Tolle, una volta riconvertita a carbone pulito, abbatterà le emissioni, migliorerà la qualità dell'aria e - incredibile, ma vero! - eliminerà l'afa.
I bravi agricoltori dell'isola della Donzella possono dormire tra due guanciali. Nel Delta non avverrà quanto accaduto a Cerano, vicino a Brindisi: lì il sindaco ha vietato di coltivare intorno alla centrale a carbone, perchè convinto che i metalli pesanti venissero dalla vicina centrale a carbone. Un altro caso di cattiva informazione.
A Porto Tolle, fortunatamente, tutti sanno che l'arsenico, il berillio e il vanadio, oltre ad avere dei nomi simpaticissimi, sono metalli pesanti normalmente presenti in natura e un vero toccasana per campi e orti. Non serve, insomma, l'allarmismo, ma una buona campagna di informazione, per rassicurare le popolazioni che la centrale non inquina, i prodotti agricoli non ne risentiranno (anzi, il melone addizionato di berillio è una vera ghiottoneria) e l'economia del Delta, grazie all'indotto della centrale, trainerà l'Italia e terrà testa alla Cina e all'India.
Se non vi fidate di Enel (ma spiegateci perchè non dovreste), fidatevi almeno di chi avete votato perchè amministrasse il vostro Comune, la vostra Provincia e la vostra Regione. Quando hanno accettato il terminal gasiero di Porto Viro ci avevano promesso tanti posti di lavoro, nessun danno alla pesca e all'ambiente, bollette del gas meno care e tanto benessere per tutti. Vi sembra che allora ci abbiano forse mentito?

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