"Non vogliamo morire padovani! Se ci chiudono la Provincia, andiamo con Ferrara!"
Si scatena il panico in via Celio, all'ennesimo annuncio di soppressione dell'amministrazione provinciale e la presidente, Tiziana Virgili, passa dalle parole ai fatti: se il governo farà sparire la Provincia di Rovigo, chiederemo l'annessione all'Emilia Romagna e ci uniremo, in uno storico matrimonio, con i nostri cugini ferraresi. La numero uno di Palazzo Celio è determinata. "Abbiamo in comune tante cose - spiega - tra cui il Delta del Po". E poi alcune piccole differenze, tipo che da loro il Delta è un parco che attrae turisti, mentre da noi ci sputiamo su e vogliamo costruirci una centrale a carbone.
Ma poco importa, l'idea è buona e l'unica cosa che potrebbe osteggiarla è il confine tra le due regioni. Potrà mai una provincia veneta annettersi ad una emiliana? Su questo prevale lo scetticismo. Ma per questo noi de La Ghenga abbiamo elaborato un piano, efficacemente sintetizzato nella mappa sopra riportata: deviamo il Po verso nord, spostando il confine naturale del Veneto in coincidenza con l'attuale alveo dell'Adige.
La deviazione del Grande Fiume cambierà ancora una volta la morfologia del territorio polesano, quattrocento anni dopo il taglio di Porto Viro che creò l'attuale Delta. Questa volta si tratta di tagliare il fiume all'imbocco della nostra provincia, nel territorio di Melara, collegandolo con un imponente collettore fino all'alveo dell'Adige nell'area di Castagnaro. Sarà un'opera mastodontica, che darà lavoro a centinaia di persone, rendendo finalmente superflua la questua all'Enel per quella schifezza di centrale elettrica.
Il nuovo fiume Po seguirà l'alveo già presente fino alla foce nei pressi di Rosolina. Sarà realizzato un ulteriore collettore, in uscita dal tratto tra Pettorazza Grimani e Cavarzere, che si collegherà all'attuale Po di Venezia. Con il Po a nord, sarà necessario rivedere leggermente i confini della provincia, cedendo piccole porzioni di terreno, ma annettendo ipso facto il territorio di Cavarzere, da sempre gravitante sul Polesine.
Il governo, a quel punto, non potrà che ammettere l'omogeneità territoriale tra il rodigino e il ferrarese e decretare la fusione delle due province in una sola.
Il progetto è stato elaborato dal nostro team scientifico, formato da un gruppo di ex alcolizzati depressi, che l'hanno sintetizzato in una pubblicazione di settecento pagine a fumetti, con disegni piuttosto rozzi, raffiguranti l'Elfo Pirillio che spiega il progetto all'assemblea degli gnomi di Pipponia, che reagiscono tirandogli addosso la propria cacca. Il nostro team afferma di aver scelto questa modalità narrativa per rendere più chiare le varie fasi progettuali. (A fianco, una tavola con il cavallo Sgniabbo, creato per ironizzare sulle differenze culturali tra i rodigini e i padovani)
L'intero malloppo è a disposizione delle istituzioni, come da accordo con gli autori, che abbiamo già provveduto a ricompensare con una gita organizzata al museo della calzatura di Vigevano. Chiediamo solo una condizione in cambio del nostro know how: in caso di annessione, almeno il parco del Delta facciamo governare dai nostri amici ferraresi, che dite?
Si scatena il panico in via Celio, all'ennesimo annuncio di soppressione dell'amministrazione provinciale e la presidente, Tiziana Virgili, passa dalle parole ai fatti: se il governo farà sparire la Provincia di Rovigo, chiederemo l'annessione all'Emilia Romagna e ci uniremo, in uno storico matrimonio, con i nostri cugini ferraresi. La numero uno di Palazzo Celio è determinata. "Abbiamo in comune tante cose - spiega - tra cui il Delta del Po". E poi alcune piccole differenze, tipo che da loro il Delta è un parco che attrae turisti, mentre da noi ci sputiamo su e vogliamo costruirci una centrale a carbone.
Ma poco importa, l'idea è buona e l'unica cosa che potrebbe osteggiarla è il confine tra le due regioni. Potrà mai una provincia veneta annettersi ad una emiliana? Su questo prevale lo scetticismo. Ma per questo noi de La Ghenga abbiamo elaborato un piano, efficacemente sintetizzato nella mappa sopra riportata: deviamo il Po verso nord, spostando il confine naturale del Veneto in coincidenza con l'attuale alveo dell'Adige.
La deviazione del Grande Fiume cambierà ancora una volta la morfologia del territorio polesano, quattrocento anni dopo il taglio di Porto Viro che creò l'attuale Delta. Questa volta si tratta di tagliare il fiume all'imbocco della nostra provincia, nel territorio di Melara, collegandolo con un imponente collettore fino all'alveo dell'Adige nell'area di Castagnaro. Sarà un'opera mastodontica, che darà lavoro a centinaia di persone, rendendo finalmente superflua la questua all'Enel per quella schifezza di centrale elettrica.
Il nuovo fiume Po seguirà l'alveo già presente fino alla foce nei pressi di Rosolina. Sarà realizzato un ulteriore collettore, in uscita dal tratto tra Pettorazza Grimani e Cavarzere, che si collegherà all'attuale Po di Venezia. Con il Po a nord, sarà necessario rivedere leggermente i confini della provincia, cedendo piccole porzioni di terreno, ma annettendo ipso facto il territorio di Cavarzere, da sempre gravitante sul Polesine.
Il governo, a quel punto, non potrà che ammettere l'omogeneità territoriale tra il rodigino e il ferrarese e decretare la fusione delle due province in una sola.
Il progetto è stato elaborato dal nostro team scientifico, formato da un gruppo di ex alcolizzati depressi, che l'hanno sintetizzato in una pubblicazione di settecento pagine a fumetti, con disegni piuttosto rozzi, raffiguranti l'Elfo Pirillio che spiega il progetto all'assemblea degli gnomi di Pipponia, che reagiscono tirandogli addosso la propria cacca. Il nostro team afferma di aver scelto questa modalità narrativa per rendere più chiare le varie fasi progettuali. (A fianco, una tavola con il cavallo Sgniabbo, creato per ironizzare sulle differenze culturali tra i rodigini e i padovani)
L'intero malloppo è a disposizione delle istituzioni, come da accordo con gli autori, che abbiamo già provveduto a ricompensare con una gita organizzata al museo della calzatura di Vigevano. Chiediamo solo una condizione in cambio del nostro know how: in caso di annessione, almeno il parco del Delta facciamo governare dai nostri amici ferraresi, che dite?
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