Non solo faziosi, politicizzati e improduttivi, ma pure mafiosi, capricciosi e cazzoni perditempo. Emergono nuovi dettagli sul sospetto coagulo di cittadini che da qualche mese chiede la chiusura al traffico del tratto centrale di corso del Popolo, ancora una volta per bocca dei 60 commercianti promotori della petizione per mantenere le auto in centro.
Già nel documento presentato al sindaco, i servizi di intelligence dei commercianti avevano svelato che trattavasi non di semplici cittadini contrari alle auto in centro storico, bensì di gruppuscoli animati da "faziosità, inquinamenti ideologici e secondi fini di natura politica", per di più "avulsi da ogni realtà produttiva" e "coagulati tra loro per evidenti diverse finalità". Ora, con un intervento sul Gazzettino degno del miglior Roberto Saviano, il portavoce dei commercianti svela insospettabili intrecci tra i "no auto" e la malavita organizzata.
Nei giorni scorsi i picciotti del movimento sono venuti allo scoperto dichiarando addirittura che, stante l'atteggiamento di alcuni commercianti del centro storico (ben 60 su oltre 450), avrebbero deciso di spendere in altri negozi le loro paghette mensili. "Una minaccia mafiosa, inaccettabile e molto grave", dichiara il portavoce dei bottegai, ravvisando l'evidente analogia tra la libera scelta di alcuni cittadini di comprare quello che vogliono e dove cazzo vogliono con i metodi sanguinari delle 'ndrine calabresi.
Nonostante l'evidente bellicosità dei "no auto", il rappresentante dei 60 commercianti non si perde d'animo e ripropone i toni moderati e ragionevoli già conosciuti da chi ha potuto leggere la petizione. La città è semplicemente divisa in due: "Da una parte troviamo il capriccio di queste persone, mentre dall'altra c'è la fatica e il diritto al lavoro. Insomma, da una parte il superfluo, dall'altra l'attività e la fatica". Uno scenario drammatico, che vede da una parte alcune decine di commercianti perbene che tengono famiglia, dall'altra un manipolo di merdacce, sbandati, sfaticati, cazzoni perditempo e capricciosi, formatisi ideologicamente a Scampia.
Capricciosi soprattutto perchè non vogliono farsi bastare i 33 metri quadrati di area pedonale a loro riservati, perfino sovrabbondanti se paragonati ad altre città, come spiegano i bottegai, citando una documentata ricerca. Evviva! Finalmente vengono smentite ricerche faziose e inquinate dall'ideologia, tipo i dossier "Ecosistema Urbano" di Legambiente, in cui i metri quadrati di Ztl a Rovigo risultano trenta volte inferiori (1,06 metri quadrati per abitante) rispetto a quanto dichiarato nella petizione.
Grazie all'opera di controinformazione operata dai negozianti, finalmente si svela la vera natura della querelle tra chi vuole il corso aperto alle auto e chi no. Non si tratta affatto dello scontro tra cittadini animati da opinioni diverse sulla vivibilità del centro storico, bensì di un nuovo episodio dell'eterna lotta del Bene contro il Male.
Già nel documento presentato al sindaco, i servizi di intelligence dei commercianti avevano svelato che trattavasi non di semplici cittadini contrari alle auto in centro storico, bensì di gruppuscoli animati da "faziosità, inquinamenti ideologici e secondi fini di natura politica", per di più "avulsi da ogni realtà produttiva" e "coagulati tra loro per evidenti diverse finalità". Ora, con un intervento sul Gazzettino degno del miglior Roberto Saviano, il portavoce dei commercianti svela insospettabili intrecci tra i "no auto" e la malavita organizzata.
Nei giorni scorsi i picciotti del movimento sono venuti allo scoperto dichiarando addirittura che, stante l'atteggiamento di alcuni commercianti del centro storico (ben 60 su oltre 450), avrebbero deciso di spendere in altri negozi le loro paghette mensili. "Una minaccia mafiosa, inaccettabile e molto grave", dichiara il portavoce dei bottegai, ravvisando l'evidente analogia tra la libera scelta di alcuni cittadini di comprare quello che vogliono e dove cazzo vogliono con i metodi sanguinari delle 'ndrine calabresi.
Nonostante l'evidente bellicosità dei "no auto", il rappresentante dei 60 commercianti non si perde d'animo e ripropone i toni moderati e ragionevoli già conosciuti da chi ha potuto leggere la petizione. La città è semplicemente divisa in due: "Da una parte troviamo il capriccio di queste persone, mentre dall'altra c'è la fatica e il diritto al lavoro. Insomma, da una parte il superfluo, dall'altra l'attività e la fatica". Uno scenario drammatico, che vede da una parte alcune decine di commercianti perbene che tengono famiglia, dall'altra un manipolo di merdacce, sbandati, sfaticati, cazzoni perditempo e capricciosi, formatisi ideologicamente a Scampia.
Capricciosi soprattutto perchè non vogliono farsi bastare i 33 metri quadrati di area pedonale a loro riservati, perfino sovrabbondanti se paragonati ad altre città, come spiegano i bottegai, citando una documentata ricerca. Evviva! Finalmente vengono smentite ricerche faziose e inquinate dall'ideologia, tipo i dossier "Ecosistema Urbano" di Legambiente, in cui i metri quadrati di Ztl a Rovigo risultano trenta volte inferiori (1,06 metri quadrati per abitante) rispetto a quanto dichiarato nella petizione.
Grazie all'opera di controinformazione operata dai negozianti, finalmente si svela la vera natura della querelle tra chi vuole il corso aperto alle auto e chi no. Non si tratta affatto dello scontro tra cittadini animati da opinioni diverse sulla vivibilità del centro storico, bensì di un nuovo episodio dell'eterna lotta del Bene contro il Male.
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