E' la sintesi della petizione inviata da alcuni bottegai del centro al sindaco Bruno Piva, che noi vi proponiamo integralmente a questo link (firme in calce comprese). Più che una petizione, un manifesto ideologico del XXI secolo rodigino, con la loro idea di una città: una parodia di centro commerciale, in cui l'unico ruolo del cittadino è spendere dei soldi, prevalentemente acquistando il superfluo, per far girare l'economia e in cui l'unico stile di vita socialmente accettabile è prendere l'auto per arrivare al bar e imbottirsi di spritz.
Il "manifesto per un città a misura di bottegaio" si compone di un'ampia premessa storica, alcuni dati scientificamente inappuntabili e una serie di invettive contro chiunque non la pensi come loro, che da sole dovrebbero bastare a sostenere la tesi.
Corso del Popolo, spiegano pazientemente i commercianti, è nato come "arteria di collegamento fra le parti Nord e Sud della città" e "privare la città di un utilizzo anche parziale di detta strada - proseguono - corrisponderebbe a snaturare la finalità iniziale per la quale la stessa è stata ideata e aperta". E' un po' come dire che il world wide web è una stronzata perchè internet era nato come rete di supporto alla ricerca militare Usa e tale deve rimanere. Ma tant'è.
Verrebbe da chiedere che cavolo c'entra la possibilità di attraversare la città da nord a sud con il commercio in centro, ma non essendo bottegai non siamo titolati a dire la nostra sull'argomento senza incorrere in "faziosità, inquinamenti ideologici, secondi fini di natura politica" e probabilmente viltà e razzismo nei confronti di chiunque sia titolare di un'impresa privata. Oltretutto, l'unico modo per risolvere il problema è "fare riferimento alla realtà locale" (a cui non apparteniamo, essendo sbarcati da Marte) e "al buon senso", di cui siamo sprovvisti non essendo commercianti. Commercianti che, sempre pazientemente, rispiegano come funzionano le cose in democrazia: sulle questioni della città decide la giunta comunale, prendendo in esame solo il parere dei bottegai e non "i desiderata di questo o quel gruppo di persone, avulse da ogni realtà produttiva e coagulate tra loro per evidenti diverse finalità".
Dato che chi vuole il corso a traffico limitato è stupido, oltre che fazioso, i bottegai non si limitano alle contumelie, ma propongono molto magnanimamente alcuni dati incontrovertibili per sostenere la propria posizione. Primo, a Rovigo i pedoni hanno fin troppo spazio per passeggiare. Secondo una "recente quanto documentata ricerca", infatti, a Rovigo ci sarebbero 33 metri quadrati di area pedonale ogni 100 abitanti, molti più che a Ferrara (28 mq) o Verona (17 mq). Dati incredibili per chiunque abbia messo piede a Ferrara o a Verona, ma chi siamo noi per commentare una "recente quanto documentata ricerca"? Conclusione: "una siffatta (e esagerata, aggiungiamo noi, ndr.) disponibilità di area pedonale risponde pienamente anche alle esigenze di coloro che amano il "passeggio" nel centro città".
Oltretutto, questi inutili "passeggiatori" possono pure "usufruire delle piazze, veri gioielli in stile Veneto, nonchè delle strade limitrofe". Di che cazzo si lamentano? In questo passaggio già si coglie lo scarto tra chi fa parte del "tessuto economico locale" e chi in città semplicemente ci vive. Noi, infatti, eravamo convinti che a Rovigo solo piazza Vittorio fosse pedonale, mentre piazza Roma e piazza Garibaldi fossero percorse dalle macchine. Ci saremo sbagliati.
Conclusione: il corso del Popolo aperto al traffico è la panacea di tutti i mali del commercio di rodigino. Tutto il resto - tipo provare a variare un po' la varietà di merci, aprire una libreria seria al posto di cento bar e mille negozi di vestiti o tenere aperto la domenica pomeriggio, inventare delle promozioni, organizzare dei bus navetta, ecc. ecc. -, sono banalità qualunquiste da gente priva di buon senso. Dunque il corso non solo va mantenuto aperto, ma già che ci siamo in modo definitivo e "senza limiti" nel tratto tra Ponte Roda e le Poste, mentre il resto del corso va aperto dalle 7 alle 22 sei giorni su sette, in quanto il sabato è giorno di "schopping" (sic!) e, già che ci siamo, la domenica dalle 18 alle 23, per consentire agli avventori del San Marco o dei Trani di andare a prendere lo spritz senza schiodare il culo dalla macchina. Fanculo agli stili di vita salutari: bevete, fumate e fate poco moto.
A elaborare il Manifesto ideologico del bottegaio sono una sessantina di bottegai del centro, guidati da un avvocato rodigino. Le firme sono in coda alla petizione. Così sappiamo anche dove andare a mangiare, bere un caffè, comprare il giornale e le sigarette o fare "schopping": altrove.
I commercianti a Rovigo non hanno capito un bel cavolo. Soprattutto in termini di prezzi. Ed è questo il motivo per cui non vendono se non nei giorni dello 'Sbaracco'. Non hanno capito che tenendo i prezzi altissimi la gente, tipo il sottoscritto, preferisce farsi 20 minuti di autostrada (o mezz'ora di treno), ed andare a Ferrara o meglio Padova dove c'è più scelta, prezzi più bassi anche di 20€ o più, e personale più simpatico. Pensano di vendere di più se passa qualche macchina? Si capisce anche da queste cose quanta arretratezza ci sia a Rovigo. I bar del centro...i soliti noti, di cosa si lamentano? A me sembrano sempre pieni e affollati e si devono pure baciare i gomiti, fortunati come sono ad essere in una piccola cittadina dove la concorrenza è praticamente nulla! Gli stessi bar trapiantati in una vera città avrebbero già chiuso da tempo...sono ancora fermi a fare gli aperitivi con le patatine...da poco hanno aggiunto pure qualche sottaceto...e mi stupisco che nessuno abbia ancora pensato di aprire un bar dove si fa l'aperitivo vero e proprio come a Milano dove con 7/8€ ho diritto a un cocktail + un casino di roba da mangiare. Tutto questo per dire che c'è ancora molta strada da fare e la mancanza di idee, iniziative, proposte è dovuta soprattutto ad un concetto riassumibile con una parola: provincialità. Il rodigino medio vede Rovigo 'capitale' (esaltandone le qualità...quali?), Padova, Bologna, Verona grandi città dove farsi una 'gita' una volta all'anno partendo alle 6 di mattina con il panino e il frighetto per tener le bevande al fresco (ho ironicamente enfatizzato ovviamente)...per poi tornare a Rovigo dopo la scampagnata dicendo: "Oggi sono stato a Padova/Bologna/Verona, eh ma c'è una vita troppo frenetica, troppo caos...etc etc etc...", insomma il rodigino medio è Rovigo-centrico, fatica a recepire cose nuove da altre realtà che invece avrebbero molto da insegnare, non apprende metodi per migliorare certe situazioni che sono in stallo da anni! Ed ecco che a Rovigo, la questione fondamentale ormai aperta da MESI e un dibattito che è nato a Rovigo ed è solo di Rovigo: è l'apertura o la chiusura del Corso Del Popolo...in controtendenza con altre città meno provinciali dove la parola 'pedonale' riferita ad un centro storico, non va nemmeno discussa perchè appoggiata intrinsecamente da tutti.
RispondiEliminaQuesto blog era divertente, ma oramai più che di ironia, i vostri articoli sono pieni di rabbia e rancore. Peccato, perchè l'idea di un blog di satira era buona, ma non siete riusciti a portarla avanti, accecati dall'odio politico
RispondiEliminaIn attesa che arrivino contributi diversi e non accecati dall'odio politico, ti dispiace se andiamo noi andiamo avanti lo stesso?
RispondiEliminaG.B.