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La centrale a olio di calza

Dopo l'ennesimo stop del progetto per la costruzione di una centrale a olio di colza nella frazione di Borsea, area Interporto, la E-factory ci riprova con una nuova proposta a km. zero che promette di essere un ulteriore passo in avanti verso l'energia pulita.
E in effetti il passo ci sta tutto se consideriamo che la centrale in progetto funzionerà ad "olio di calza". "In pratica - ha dichiarato il progettista dell'E-factory - la nostra azienda si incaricherà di ritirare calze, calzini, calzerotti e pedalini dai cittadini di Rovigo e Comuni limitrofi per restituirli, dopo la fase di spremitura, debitamente lavati. In questo senso abbiamo richiesto alle Amministrazioni comunali di fare un'apposita ordinanza per imporre ai propri cittadini l'uso dello stesso paio di calze per almeno una settimana e l'obbligo di indossare solo pesanti scarponi felpati d'inverno e stivalI di gomma d'estate".
Il primo cittadino di Rovigo, Bruno Piva con l'intera Giunta si sono dichiarati entusiasti della proposta che taglia l'inquinamento dovuto al trasporto di combustibile da terre lontane e il pesante consumo di territorio dovuto a piantumazioni dedicate per la produzione di biodiesel.
Affiancati dai tecnici progettisti dell'E-factory sindaco e assessori al completo hanno offerto, davanti alla stampa, una prova della sperimentazione, sponsor Calzedonia, da essi stessi condotta nell'ultima settimana levandosi le calze e consegnandole per una dimostrazione.
Qualche mancamento e visioni mistiche si sono avuti tra i cronisti e i dipendenti comunali presenti.
Siparietto piccante quando la Giordani si è sfilata le sue venti denari staccandole con studiata malizia da un provocante reggicalze di pizzo indossato all'uopo. Buchi nei calzini per Piva e unghie lunghe per Bimbatti che si è giustificato dicendo che i chili di troppo messi su negli ultimi tempi non gli agevolano l'operazione del taglio delle unghie dei piedi. Inutile dire che il liquido oleoso e denso ottenuto soprattutto dalla spremitura dei pedalini di Paulon e Zangirolami è stato dichiarato dai tecnici sufficiente per produrre almeno 100 kw.
Alla domanda dei giornalisti sui livelli di sicurezza ambientale e possibile inquinamento i tecnici hanno assicurato che tutto rientra nei termini previsti dalla vigente legislazione e che la cosa più avvertita sarà un persistente aroma di gorgonzola misto taleggio che si spanderà nel raggio di soli 50 chilometri, ma che ad alcuni risulterà addirittura gradevole. Non si sono comunque fatte attendere le reazioni dei soliti ambientalisti del NO a tutto che hanno già convocato una riunione del comitato "Rovigo lavate i piè!".
"Come sempre, davanti al progresso, alcuni gruppuscoli minoritari partono col piede sbagliato e con la puzza sotto il naso", ha commentato il responsabile provinciale di Fare Ambiente nonché neo militante Udc Renzo Marangon, "ma questo progetto può offrire 30 posti di lavoro in centrale e una cinquantina nelle lavasecco, un'opportunità imperdibile per Rovigo, smettiamola di lavarci i panni sporchi in casa".

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