(Sul mezzo dei pompieri non c'è nessuno. E' RipWoodstock) |
Increduli gli aficionados, che continuano a nutrire ottimismo. Il festival, infatti, era già stato dato per morto nel 2004, salvo tornare in vita l'anno dopo, più in forma che mai. Negli ultimi tempi, tuttavia, Rowoodstock aveva dato segni di stanchezza. Le condizioni pare si siano aggravate in occasione del suo quindicesimo compleanno, festeggiato con un'edizione/elegia dedicata ai bei tempi andati.
Considerate le controverse circostanze della morte, è stata aperta un'inchiesta, che ha raggiunto la seguente conclusione: è successo e non è colpa di nessuno. Del resto, chi lo conosceva bene, parla di un festival ormai demotivato per molte ragioni, in primis la sostanziale indifferenza della città a qualsiasi evento non contempli negozi aperti, giocolieri e cover band. Memorabile in questo senso l'edizione 2008, funestata dalle lagnanze dei bottegai del centro per la scelta di far suonare i gruppi metallari il sabato pomeriggio.
La misteriosa scomparsa di Rowoodstock è un nuovo importante traguardo raggiunto dalla città nel campo delle Politiche Giovanili nell'ultimo decennio e va ad integrare l'articolato quadro di disfacimento dell'offerta culturale cittadina e delle opportunità per i giovani in città.
Ma non si scoraggino fanciulli e adolescenti, che con lacrime da coccodrillo potrebbero rammaricarsi della scomparsa del festival: potranno comunque continuare ad esprimere la propria creatività, ad esempio iscrivendosi al Conservatorio. L'annuncio dell'estinzione di Rowoodstock ha fatto tirare un sospiro di sollievo a molte famiglie: eliminato l'elemento di distrazione costituito da chitarre e tele da pittore, i figli sfaccendati potranno dedicarsi seriamente alla ricerca di un lavoro (all'estero) o in alternativa allo spaccio di droga.
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