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Terrore in piazza Vittorio!

L'ennesimo annuncio a mezzo stampa di un piano per spostare la statua di Vittorio Emanuele II che ingombra la piazza rodigina, ci ha fatto tornare in mente questa cronaca di Monello Vianello, che già un paio di anni fa preconizzava l'impellenza di risolvere la questione del monumento il più in fretta possibile. La riproponiamo e ce ne andiamo al mare.

Stupore e sgomento hanno colto numerose mamme rodigine, che ieri affollavano la piazza con i loro bimbi, godendo dei tepori della bella stagione.
A seminare il panico, la statua di Vittorio Emanuele II posta al centro del liston: con un cigolio metallico assordante, l'effige del condottiero di casa Savoia si è staccata dal piedistallo e ha preso vita, rivelandosi un automa costruito ad arte per seminare morte e terrore.
"E' ora di riportare sul trono i legittimi eredi di questa casata millenaria - ha sentenziato il desueto robot - Raderò al suolo Palazzo Nodari, per lanciare un forte segnale: chiedo l'abolizione della Repubblica, che in sessanta anni è solo servita ad opprimere il popolo italiano sotto un regime clerico-comunista. Chiedo inoltre, a nome della casata che mi pregio di rappresentare, l'abolizione della tredicesima disposizione transitoria della Costituzione, che costringe tutti i discendenti maschi della mia schiatta ad un assurdo ed antieuropeo esilio". L'automa si è dunque sbarazzato della corazza marmorea e ha estratto due armi automatiche Remington innestate negli avambracci, con l'intento di crivellare di proiettili lo storico palazzo, sede del Comune.
Fortunatamente, il progetto distruttore dell'automa savoiardo non ha avuto successo, grazie all'intervento del sindaco, Fausto Merchiori, che l'ha interloquito per alcuni minuti, prima dell'arrivo delle forze dell'ordine. "La invito a maggiore ragionevolezza - ha dichiarato, affacciandosi al balcone sopra la Madonna di Palazzo Nodari - La norma che lei cita è già stata superata da un pezzo, tanto che abbiamo avuto il piacere di ospitare un discendente di casa Savoia in una nota e bella trasmissione televisiva del servizio pubblico. Non solo, mio caro Vittorio, le comunico che gli amici dell'Udc, per il cui sostegno il mio partito tanto si sta spendendo, attualmente candidano il suddetto erede alle europee, nonostante costui sputi sulla nostra costituzione repubblicana. Questo è segno che siamo una progredita e avanzata democrazia, ma aperta anche alle istanze della sua prestigiosa discendenza. Mi permetta inoltre di dirle che abbiamo fatto passi significativi nell'abolire qualunque residuo di socialismo nel nostro paese, avviandoci a un più sobrio appiattimento culturale, mirato al mantenimento dello status quo e dei privilegi individuali di pochi fortunati, a scapito di una massa di sfruttati, allo stesso tempo ampliando il novero dei privilegi del clero e dei poteri forti. Mi dica dunque se le sue rimostranze non possano essere in parte soddisfatte". La prosopopea del primo cittadino è bastata a stordire l'automa il tempo necessario per fare entrare in azione i tiratori scelti, che hanno avuto gioco facile nell'eliminare le antiquate armi della macchina da guerra con alcuni colpi di mortaio. Al termine dell'operazione, durante la quale ha perso la vita una bambina afghana, colpita da una pallottola vagante, il sindaco ha appuntato gagliardetti e onoreficenze sui petti gonfi di valore militare dei soldati che hanno debellato la minaccia monarchica.
Non sono mancate le polemiche politiche, a partire dall'intervento di Beppe Osti, leader dell'Mpv, vicino al caro leader Kim Jong-Il: "Io quella statua l'avevo detto che andava rimossa, ma nessuno mi ha ascoltato - dichiara - Ora pretendo che si apra un'inchiesta seria: chi aveva posto in mezzo alla nostra piazza un robot killer cammuffato da effige marmorea del re? Chi lo aveva programmato per sterminarci tutti? Il sindaco faccia chiarezza!"

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