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Storia di Rovigo in bustine, puntata 3

Ieri sera abbiamo raggiunto la nostra collaboratrice Ivana Fracchia all'ospizio per anziani in cui dimora, per farci dettare il nuovo capitolo della rubrica dedicata alla storia di Rovigo, direttamente dal letto di morte. Ivana infatti è in sciopero della fame per protesta contro il riscaldamento chiuso da un mese su richiesta del direttore, che deve risparmiare risorse per comprare la Mercedes a suo figlio. Ma questa è un'altra storia. Ecco dunque la terza puntata.


Il tempio della Rotonda
Costruito da rivoluzionari zapatisti all'inizio del Novecento, sulle rovine di un altare fenicio, il tempio della Rotonda fu concepito inizialmente come punto di osservazione del prospiciente parcheggio.
Nei primi decenni di diffusione dell'automobile, infatti, circolavano a Rovigo solo due modelli: la Lancia Appia e la Autobianchi Bianchina Panoramica. Di conseguenza gli automobilisti facevano molta fatica a distinguere la propria auto in mezzo alle altre nel parcheggio e per marcarla tracciavano dei segni sul tettuccio. Salire sul campanile, realizzato nell'8 d.C. da Baldassare Longhena scolpendo un enorme meteorite precipitato al suolo nel Permiano e da lì mai rimosso, costituiva dunque l'unico modo per individuare rapidamente il proprio mezzo.
In seguito la chiesa della Rotonda divenne il monumento simbolo di Rovigo, specie dopo la pestilenza del 1988, che ridusse di un decimo la popolazione della città. Molti malati si rifugiarono nel tempio della vergine per chiedere la grazia, ovviamente senza ottenere alcunchè, visto che si appellavano a un personaggio di fantasia. Le spoglie degli appestati sono tuttora raccolte nell'ossario costruito sotto la cripta della chiesa nel 1997 e mostrate ai bambini per fargli paura. Pochi sanno che fino al 1990 la Rotonda apparteneva di fatto alla Germania dell'Est, in seguito ad un accordo del 1962 tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Dopo lunghe trattative in seguito alla riunificazione di Berlino, il tempio ritorna di proprietà del Demanio di Stato, per poi essere acquistato a un'asta pubblica dal commendatore Califfone Rizzato, eccentrico anticlericale rodigino, che la fa decorare con gli affreschi e i fronzoli barocchi tuttora visibili.
Nel 2000 iniziano i lavori per rifare il piazzale antistante la Rotonda, ripristinando l'aspetto che esso aveva ai tempi dell'Impero Romano, quando qui passava la via Tazia, un percorso commerciale che congiungeva Ro Ferrarese con Bucarest. Durante gli scavi gli operai devono fermarsi più volte, in seguito a numerosi ritrovamenti di pregio: vasellame e monete di epoca romana, manufatti di ambra del Baltico, colonne con capitelli corinzi di un tempo indù, sepolture maya e un'intera collezione delle tartallegre splendidamente conservata. A lavori terminati, l'ampio parcheggio sterrato che una volta ospitava 120 posti auto, oggi è in grado di accogliere oltre 500 automobili, grazie ad un abile disegno architettonico e soprattutto all'intuizione di utilizzare la Rotonda come parcheggio coperto su due piani.

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