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Operazione Saint Tropez III

Prima un duro attacco in consiglio provinciale sul degrado di piazza Appiotti, poi un je accuse alla Provincia riguardo ad un totem pubblicitario privo di data dell'evento promosso, infine aspre critiche sulla posizione paracula dell'amministrazione provinciale sulla centrale a carbone.
Con una frecciata al giorno a Palazzo Celio, l'ex tastierista delle Holograms ed ex esponente del Pd, Fiorella Cappato, raccoglie l'eredità delle due Operazioni Saint Tropez scatenate dal mattatore Renzo Marangon durante la presidenza di Federico Saccardin. All'epoca Marangon e soci approfittavano dei mesi estivi per mettere all'angolo la giunta su temi imbarazzanti come gli orridi manufatti collocati al centro delle rotatorie o i cartelli stradali mal posizionati. Abbandonato Palazzo Celio, Marangon ripropose il format in veste di leader dell'associazione ambientalista Fare Ambiente, denunziando steccati rotti, erbacce alte e così via. Tocca ora alla consigliera dalla chioma color vinaccia portare avanti la tradizione.
Infatti, non paga di avere svergognato la giunta provinciale (come se ce ne fosse bisogno) su temi scottanti come la mancanza di una pensilina in piazza Appiotti e la promozione di un evento senza la data dell'evento stesso, la Cappato ha raggiunto l'apice qualche giorno fa, partendo all'assalto sul tema della riconversione a carbone di Polesine Camerini. L'accusa diretta alla presidente della Provincia, Tiziana Virgili, è - udite, udite! - di barcamenarsi. Nello specifico, il numero uno di Palazzo Celio finora si è solo limitata a "prendere atto" dello scempio giuridico che si sta compiendo in Regione, dove si sta modificando la legge sul Parco del Delta per consentire a Enel di fare una centrale a carbone che altrimenti violerebbe la legge stessa. Ecco, secondo la consigliera Cappato, la presidente sarebbe stata un po' tiepidina. Avrebbe dovuto, invece, gettarsi anch'essa nel coro degli hooligans che in questi anni si sono scuoiati le mani applaudendo la manna del carbone e che ora si apprestano a votare proni una modifica di legge per assecondare la volontà di un potere economico.
"Le sembra sufficiente “prendere atto”? - dice la consigliera - Non assumendo un ruolo guida che solleciti e sia di stimolo alla soluzione positiva della vicenda, dimostra incertezza e un atteggiamento passivo abdicando a quel compito d'istituto che gli elettori le hanno conferito".Uh, ecco una notizia: la Provincia è passiva, non prende posizione, si barcamena sulla questione. Chi l'avrebbe mai detto!
Ebbene, ci devono essere due Fiorelle Cappato in Polesine. Una sedeva in consiglio comunale con il centrosinistra all'epoca di Saccardin, quello che sulla questione carbone rispondeva arzigogoli del tipo: "Io come presidente dell'ente parco devo prendere atto del parere negativo del mio comitato tecnico, ma come presidente della Provincia devo ascoltare il parere di tutti". Una seconda Fiorella Cappato siede oggi in consiglio provinciale, sotto la presidenza di Tiziana Virgili. Non si sa bene se sia con il centrosinistra, sta di fatto che costei deve essere nuova dell'ambiente. Essa infatti non è al corrente che da una quindicina di anni il centrosinistra governa la Provincia e sulla questione del carbone ha sempre evitato di prendere una posizione chiara, per non scontentare le diverse anime della coalizione. Peggio ancora, le rare volte in cui Palazzo Celio si è avvicinato a una presa di posizione sul carbone, oltretutto, questa era completamente allineata a quella del centrodestra, ovvero un "Sì" incondizionato a ogni volere dell'Enel, condito appena con qualche cacchiata sull'importanza di "governare la riconversione" e qualche fronzolo ipocrita sulla necessità di tutelare l'ambiente del Delta e la salute dei polesani.
Alla nea consigliera diamo innanzitutto il benvenuto in Polesine, una terra che non mancherà di fornirle stimoli polemici. Ci permettiamo anche un piccolo suggerimento: sia più incisiva. Visto che è appena arrivata, ci permettiamo di darle alcuni stimoli. Ad esempio, perchè la Provincia è favorevole ad un'opera inutile e idiota come l'autostrada Nogara-Mare? E perchè la chiamano Nogara Mare, se in realtà finisce a Curicchi, cioè a trenta chilometri dal mare? E a cosa serve collegare con un'autostrada a pagamento di appena novanta chilometri un piccolo comune come Nogara, trenta chilometri da Verona, con una frazione di Papozze di otto abitanti a venti chilometri dalla vecchia Romea? Se pensa di portare queste domande in consiglio provinciale, ci faccia conoscere la risposta.

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