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Editoriale: abbiamo perso la speranza

Il lunedì ci si alza sempre con i coglioni girati. Allora pippatevi questo editoriale attorno al corso del Popolo aperto al traffico, un tema su cui, lo ammettiamo, abbiamo esaurito le battute idiote, perchè l'argomento è già idiota di suo.
Non abbiamo più nemmeno la forza di ribattere a tutte le corbellerie che si sentono dire da quelli che vorrebbero fare scorrere fiumi di traffico in centro storico. Tanto è inutile. Con questo caldo ci manca perfino la forza di ribattere sulle piccole cose. L'assessore Nello Piscopo pochi giorni fa sul Corriere del Veneto affermava preciso: "Il progetto è nato come zona a traffico limitato e non come area pedonale tout court". Qualcuno dei suoi, per favore, gli faccia notare che il corso attualmente è già una Ztl, visto che ci passano autobus, furgoncini, macchine e pure cani e porci privi di autorizzazione a ogni ora del giorno e della notte, tanto nessuno controlla.

A proposito, qualche giorno fa c'era pure un tizio su un giornale che diceva: eh, ma tanto sul corso la gente fa già quel cazzo che vuole e poi a Rovigo la viabilità è scomoda. E certo, diciamo noi, anche non poter fare inversione a U in autostrada è scomodo. Metti che uno è distratto perchè sta parlando al cellulare e manca l'uscita al casello di Boara, che fa? Gli tocca uscire al casello dopo, rientrare nel senso opposto, prendendo di nuovo il bigliettino, e tornare fino all'uscita giusta, per pagare un'altra volta a quelle stupide macchinette automatiche. Assurdo, no? Però attualmente funziona così. E' scomodo, ma dicono che abbia un senso. Il senso di avere il centro storico chiuso al traffico e non strangolato, deturpato e soffocato dalle automobili neanche stiamo qui a spiegarlo, tanto non serve a niente.
Abbiamo perso ogni speranza leggendo i commenti dei bottegai del centro sul Gazzettino di qualche giorno fa, in risposta alla lettera di una ragazza che diceva in sostanza: cari bottegai, la gente non è che non compra da voi perchè non può arrivare dentro il vostro negozio in auto, ma perchè siete cari impestati e le vostre boutique sono più tristi di un'anguriara sulla Romea. Ebbene, cosa replicano i commercianti?
Risposta 1. "Il nostro - ha detto Michela Sadocco commessa di "Anna Maria Boutique" - è un negozio con un certo target". Il tavget, immaginiamo, sono pochi clienti facoltosi, che devono essere messi in condizione di arrivare sullo zerbino della boutique con il loro Porsche Cayenne, mica quei morti di fame con le pezze al culo che si ammassano nei negozi di paccottiglia cinese dei centri commerciali. Ma siamo sicuri che un tavget di un cevto livello si abbassi a venire in centro con il Suv? Non è che dobbiamo prevedere la possibilità di atterrare sul corso con il proprio jet privato?
Risposta 2. La responsabile di Luisa Spagnoli, Rita Stanzani, dice: "Ho delle clienti che vengono da fuori e che per arrivare al negozio devono prendere il taxi da dove trovano parcheggio". Che dire? Abbiamo calcolato che dal negozio della signora al dignitoso parcheggio multipiano sono 600 metri, percorribili a piedi in otto minuti, risparmiando il costo di un taxi. Per il resto, ci sono appositi permessi per gli invalidi, oppure il jet privato.
Risposta 3. "Il mercato è libero - dice Isabella Dal Vecchio di "Denny Rose" - ci sono negozi con target diversi, c'è libertà di scelta. Credo sia interessante l'idea di riaprire il Corso per la stagione invernale. Non essendoci portici la gente con pioggia e vento non passeggia e quindi non vede nemmeno le vetrine". I rodigini, dunque, nelle grigie e uggiose serate di novembre, si infileranno in auto sotto la pioggia e faranno avanti e indietro ai dieci all'ora, dando un'occhiata alle vetrine dal finestrino. Questo sì che migliorerà la vitalità del centro storico. Chissà perchè, ma questa soluzione - con tutto il rispetto - ci sembra una cagata. Comunque, provare non costa nulla, salvo riparare i sanpietrini che schizzeranno da tutte le parti, rendendo necessario bitumare il corso come fece qualche genio alcuni anni fa. Beh, fateci sapere poi come è andata.

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