Caro Monello,
mi ha dato il tuo indirizzo un mio amico che ti legge sempre. Ho mandato questa lettera identica ai giornali, perchè bisogna che la si smetta con certe cose.
Vengo al dunque, ieri sono passato in piazza in bicicletta e c'era una scena da fare raccapricciare. C'era una signora con il bambino che a un certo punto si è abbassata la maglietta e ha tirato fuori il seno (mi scusi la parola) per allattare il bambino. Così, in mezzo alla piazza, davanti a tutti. Me ne sono andato disgustato.
Ma com'è possibile che nel ventesimo secolo si vedano ancora cose del genere? Io credo che un po' di creanza andrebbe insegnata. Nessuno toglie il diritto di dare il latte al bambino, ma bisogna farlo in maniera civile, in casa propria. Credo che il sindaco dovrebbe fare qualcosa per mettere un po' di costume, prima che la situazione degeneri. Un saluto,
Caro Ivanoe,
a tua storia mi ha veramente avvinto, tanto da interrompere i miei studi sui resti di un leone europeo, rinvenuti nel parco della mia villa. Come certamente saprai, questa specie di leone si estinse, forse a causa dell'eccessiva caccia, nel primo secolo dopo Cristo. In seguito alla sua scomparsa, i romani iniziarono a importare leoni dall'Africa per sollazzarsi facendoli azzannare gente nelle loro arene. In questi sanguinari ma appassionanti spettacoli venivano usate varie specie animali, come ad esempio la feroce tigre del Caspio, un grazioso felino che si è estinto purtroppo negli anni Ottanta del ventesimo secolo (a proposito, ti ricordo che siamo già nel ventunesimo). Queste tristi storie di animali estinti per colpa della violenza dell'uomo mi mettono una certa malinconia, che combatto con farmaci psicoattivi.
Quanto a ciò che mi dici, vorrei esserti d'aiuto, ma io progetto da anni la nascita di una setta adamita ispirata alla felice, ma sfortunata, esperienza dei piccardi di Martin Huska. Non te ne avere a male, dunque se ti confesso che non riesco a capire il tuo punto di vista.
Ciò significa forse che ti considero un cretino? Può essere. Un saluto,
mi ha dato il tuo indirizzo un mio amico che ti legge sempre. Ho mandato questa lettera identica ai giornali, perchè bisogna che la si smetta con certe cose.
Vengo al dunque, ieri sono passato in piazza in bicicletta e c'era una scena da fare raccapricciare. C'era una signora con il bambino che a un certo punto si è abbassata la maglietta e ha tirato fuori il seno (mi scusi la parola) per allattare il bambino. Così, in mezzo alla piazza, davanti a tutti. Me ne sono andato disgustato.
Ma com'è possibile che nel ventesimo secolo si vedano ancora cose del genere? Io credo che un po' di creanza andrebbe insegnata. Nessuno toglie il diritto di dare il latte al bambino, ma bisogna farlo in maniera civile, in casa propria. Credo che il sindaco dovrebbe fare qualcosa per mettere un po' di costume, prima che la situazione degeneri. Un saluto,
dott. Ivanoe Pellegati
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Caro Ivanoe,
a tua storia mi ha veramente avvinto, tanto da interrompere i miei studi sui resti di un leone europeo, rinvenuti nel parco della mia villa. Come certamente saprai, questa specie di leone si estinse, forse a causa dell'eccessiva caccia, nel primo secolo dopo Cristo. In seguito alla sua scomparsa, i romani iniziarono a importare leoni dall'Africa per sollazzarsi facendoli azzannare gente nelle loro arene. In questi sanguinari ma appassionanti spettacoli venivano usate varie specie animali, come ad esempio la feroce tigre del Caspio, un grazioso felino che si è estinto purtroppo negli anni Ottanta del ventesimo secolo (a proposito, ti ricordo che siamo già nel ventunesimo). Queste tristi storie di animali estinti per colpa della violenza dell'uomo mi mettono una certa malinconia, che combatto con farmaci psicoattivi.
Quanto a ciò che mi dici, vorrei esserti d'aiuto, ma io progetto da anni la nascita di una setta adamita ispirata alla felice, ma sfortunata, esperienza dei piccardi di Martin Huska. Non te ne avere a male, dunque se ti confesso che non riesco a capire il tuo punto di vista.
Ciò significa forse che ti considero un cretino? Può essere. Un saluto,
MV
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