Passa ai contenuti principali

LUTTO ETRUSCO: MORTO PAGLIACCIO FARFALLO

Posto il seguente articolo del mio inviato di fiducia PINO SBANDO.

"Stamane alla fermata Piramide della metropolitana capitolina è stato ritrovato il corpo senza vita del famoso artista etrusco PAGLIACCIO FARFALLO. Nonostante le iene e gli avvoltoi ne avessero fatto scempio è stato identificato grazie alla carta d'identità che stava infilata sotto la parrucca dell'artista. Ma chi era PAGLIACCIO FARFALLO?
Figlio di una nota familia della nobiltà etrusca Farfallo era notissimo in città. Il padre, conosciuto imprenditore, è proprietario di una ben avviata azienda per il lavaggio dei tori mentre la madre, anche lei artista, incide lapidi. Sin da fanciullo fu sempre attratto dal mondo circense e in particolar modo dai pagliacci specializzati in giucoleria e gags canore. A tal proposito ci dice Madre Germana dell'ordine della "Schiave di Dio dal cuore trafitto da spine e spade" che lo ebbe in custodia durante l'infanzia: "Si mi ricordo di quel pacioccone...... davvero un pezzo di pane. Nonostante che gli altri bambini spesso lo aggredissero malmenandolo e lo ricroprissero d'insulti lui conservava sempre un sorriso ebete sulle labbra segno inconfutabile della grazia di Dio! Aveva una curiosa caratteristica, si nutriva unicamente di bagigi.....mi mancherà molto." Come detto la sua passione artistica era innata sin dalla fanciullezza e mentre tutti gli altri bimbi e bimbe sognavano di fare i pompieri, gli astronauti, i poliziotti, i killer seriali, le ballerine, le dottoresse, le scienziate o le ministre delle pari opportunità, Farfallo aveva solo un'idea: fare il pagliaccio al Circo di Stato cinese. Adolescente svogliato e pigro si diploma geometra presso l'istituto Cazzaniga dove ai corsi serali recupera 5 anni in uno. Liberato dalle imposizioni familiari decide di iscriversi al DAMS per dar sfogo alle proprie ambizioni artistiche. Scrive un trattato divenuto famosissimo in tutta la bidelleria dell'ateneo felsineo: "LA FIGURA DEL PAGLIACCIO ALLA CORTE DEGLI ZAR NEL XIX° SECOLO". Si fa notare da illustri personagi dello spettacolo e la sua carriera sembra in ascesa. E' di quel periodo il suo flirt con Moira Orfei che lo elegge a suo pigmaglione. Poi la catastrofe. Pagliaccio Farfallo inizia a frequentare gli ambienti beat e conosce Brenda, una debosciata che morirà di tisi di li a poco, la quale lo introduce nell'orrido tunnel dei paradisi artificiali. La sua è una discesa all'inferno contradistinta da arresti, risse e piccoli furti di alcolici. Inizia a vivere di espedienti; si prostituisce nei bagni delle stazioni, simula una inesistente cecità per impietosire i passanti mentre fa la questua, ruba in chiesa. Anni passati ramingo per le strade delle città italiane sempre più immerso in una depressione inguaribile. Ci dice il babbo: "Quello che mancava a mio figlio era il carattere. Veda io ho iniziato a lavare i tori a 12 anni. A quei tempi era duro come lavoro, ma le soddisfzioni tante. Mi sono sposato ed ho tirato su una familia contando unicamente sulle mie forze e sulla dote di mia moglie. Personalmente non credo che fosse mio figlio perchè di corna mia moglie me ne ha piantate in testa a centinaia ma alla fine un po gli volevo bene e gli avevo anche proposto di ritornare a casa e di venire a lavorare con me in azienda. Adesso che è morto non me ne frega un cazzo, lo brucino pure o lo diano in pasto ai cani, chi se ne frega!". La madre non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione in quanto impegnata in un'orgia con alcuni idraulici. Un'altro esempio di vita sbagliata, di scelte inopportune, di degrado e sporcizia sia fisica che morale. Il sindaco Alemanno venuto a conoscenza del luttuoso evento ha commentato: " Embè che me frega so' romano e gli etruschi me fanno na sega!". Intanto nella capitale etrusca, presso il bar "dalla Pina" gli amici d'un tempo stanno raccogliendo bottiglie vuote da consegnare alla raccolta differenziata per riuscire ad istituire un fondo per la ricerca storica sui pagliacci ed un'eventuale borsa di studio. ADDIO FARFALLO SARAI SEMPRE NEI NOSTRI CUORI!

(da Antimateria Grigia, 16 ottobre 2008)

Commenti

Post popolari in questo blog

Una bella botta di Benito

"Apologia del fascismo io? Ci mancherebbe, conosco la storia e gli errori commessi da Mussolini. Io ho una coscienza civile". Con questa lapidaria replica sulle pagine de La Voce, si era chiusa qualche settimana fa la querelle sulla segretaria della Cisl polesana, Valeria Cittadin, sgamata dal Corriere del Veneto mentre postava su Facebook una frase di Benito Mussolini ("Molti nemici, molto onore") per controbattere alle critiche di alcuni ambientalisti sulla riconversione a carbone di Polesine Camerini. "Non m’importa che la frase sia di Mussolini, m’interessa il concetto che esprime, rappresenta come mi sento", aveva spiegato al Corriere del Veneto fin da subito. Se una frase è bella, insomma, non fa alcuna differenza che sia stata detta da Levinàs o da Adolf Hitler, da Voltaire o da Charles Manson. Incalzata dalla Voce , mentre gli altri giornali non si accorgevano della notizia, la Cittadin replicava ancora più stizzita che non c'era "nie...

Scano Boia!

Nonostante otto comuni deltini (Adria, Corbola, Papozze, Ariano, Loreo, Rosolina, Teglio di Po e PortoViro) capitanati dal prode Geremia Gennari, ambientalista estremo, Presidente dell'Ente Parco del Delta del Po veneto nonchè sindaco della Perla Verde del Delta, Porto Viro, spingano per l'approvazione del rivoluzionario Piano del Parco nel quale verranno addirittura trasformate in strade bianche alcune arterie viarie ora asfaltate, il nono Comune, Porto Tolle, sostenuto dalla Lega che annovera tra le proprie fila il vicesindaco portotollese Ivano Gibin, vero Richelieu del carroccio polesano, si oppone all'approvazione del Piano stesso se non verranno stralciati dal perimetro del Parco 1400 ettari di scani fronte mare.

Voci per la Libertà, un festival bolscevico! Ecco le prove!

(I compagni di Amnesty consegnano il premio a Cristicchi) Il dibattito sui diritti umani non si placa certo dopo la fine del festival villadosano "Voci per la Libertà". Nei giorni scorsi, pensate, il re del Bahrein ha criticato la Siria per le inaudite violenze contro i manifestanti e il presidente iraniano ha denunciato all'Onu l'abuso della violenza contro i manifestanti da parte del governo inglese. Posizioni che confermano l'interessante tesi emersa in occasione del festival 2011 dedicato ad Amnesty International: le violazioni dei diritti umani dipendono dai punti di vista. A volte vanno bene, a volte no e in fondo tutti i gusti sono gusti e in democrazia ognuno la pensa come gli pare.